Nell’incontro conclusivo del ciclo di incontri “Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati” Francesco Gesualdi, allievo di don Milani, ci ha parlato dell’Africa e del perché non basta “aiutarli a casa loro”. Sono 500 anni che l’Africa viene sfruttata e derubata, prima con la tratte degli schiavi, poi con le colonie, poi con lo sfruttamento delle risorse e, da qualche anno, anche con l’accapparramento delle terre, il cosiddetto “land grabbing” da parte di paesi assetati di climi favorevoli e terreni fertili.
Una parte di responsabilità è però anche nostra, o meglio di chi ancora oggi, pur inconsapevolmente, utilizza nel suo smartphone il coltan del Congo, martoriato da guerre che proprio l’industria estrattiva alimenta; oppure fa il pieno della propria automobile con derivati del petrolio estratto in Nigeria, per il quale i dirigenti ENI sono stati rinviati a giudizio per presunte tangenti ai governanti locali, che sottraggono al popolo i proventi delle ricchezze del paese; oppure semplicemente acquista cioccolato in cui il cacao proviene da produttori del Ghana che ricevono solo il 6% del prezzo finale del prodotto.
Gesualdi ha dato alcuni suggerimenti di azioni e scelte che, come cittadini e come consumatori, possiamo mettere in atto per cercare di opporci a queste dinamiche: consumo critico, acquisti equi, creazione di reti di informazione autonoma e riflessione, ecc.
Per chi fosse interessato ad approfondire, può trovare maggiori informazioni sul sito del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, da lui fondato.